Brian May a “San Remo 2012” – “I WHO HAVE NOTHING”

http://www.youtube.com/watch?v=IzyLc-rhf_8&feature=related

Sono sempre stato un fan dei Queen e soprattutto di Brian May, del musicista Brian May prima ancora che del chitarrista Brian May.
Mi piace perché ha un suono personale, uno stile inconfondibile, e una grinta invidiabile alla tenera età di 64 anni…e poi con la chitarra sa fare tutto e bene!
Il brano è “Uno dei tanti”, testo di Mogol, musica di Carlo Labati Donida.
Spesso ci si dimentica a torto di autori compositori, arrangiatori,etc…figure che sono determinanti quanto gli artisti che portano al successo un brano.
Metto le mani avanti: sicuro non sarà un’ analisi obiettiva, il mio fanatismo non me lo permette, ma cercherò almeno di spiegare cosa mi piace del suo essere ARTISTA/MUSICISTA.
Innanzitutto Brian May non fa mai nulla più del necessario per puro esibizionismo; l’ARTE per fortuna non si misura in decibel, note al secondo, quantità di distorsione!
Innanzitutto diciamo che è l’unico chitarrista sul palco: quando la chitarra non serve sta zitto, quando serve arpeggia, quando serve accompagna, quando serve suona dei riff, quando è il momento fa il solo, e non si serve di nessun chitarrista di supporto.
Una analisi veloce:

  • 1′ strofa (cantata dalla Fornaciari): non suona.
  • 2′ strofa (cantata da Kerry Ellis): arpeggio con suono pulito.
  • Rit.: accompagnamento accordi con suono distorto.
  • 3′ strofa (cantata dalla Fornaciari): accompagnamento accordi con suono distorto.
  • 4′ strofa (cantata da Kerry Ellis): accompagnamento + note in bending sugli acuti.
  • Rit.: Accordo tenuto poi ritmica.
  • Bridge: Accordi + note + elementi ritmici.
  • SOLO: Prima del solo c’è uno stacco ritmico (Re4 – Re) in cui resta l’ultimo accordo della chitarra vibrato con la leva, poi c’è il solo: perfetto equilibrio tra energia e poesia. Il solo finisce con una nota in eco (Si) su cui ricomincia la strofa.
  • 5′ strofa: accompagna rimanendo in secondo piano.
  • Rit.: suona solo l’ultimo accordo e il finale.

Quando deve “accompagnare” lo fa con gusto e sobrietà (due termini di cui la maggior parte dei musicisti non conosce il significato), quando entra con la ritmica distorta e i riff ha un forte impatto senza prevaricare il cantato, quando suona il solo…fa un solo stupendo, poi si ferma per lasciare di nuovo spazio alle voci.
Non so poi quanti di voi lo abbiano notato: la posizione sul palco!
Se ne sta quasi sempre un passo in dietro rispetto alle cantanti, l’unico momento in cui fa qualche passo avanti e le supera è per il solo.

Noi “artisti” dovremmo imparare a chinare la testa davanti ai veri ARTISTI, noi musicisti dovremmo essere “solo” dei servi, il fine ultimo è l’ARTE.
Buona musica a tutti.
Stefano.


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2 commenti a “Brian May a “San Remo 2012” – “I WHO HAVE NOTHING””

  1. Stefano Rossignoli dice:

    Bell’articolo e bei pensieri!
    E lui è un maestro inarrivabile…
    Però mi manca quando a modo nostro si cercava di fare gli artisti prendendo spunto anche da Brian!
    Ciao!

  2. Stefano dice:

    Manca un po’ anche a me…
    Ho voglia di attaccare un hammond a un distorsore e fare un po’ di sano rock!
    Della esibizione di Brian May mi ha colpito che ha fatto cose semplicissime, ma in un modo stupendo.
    L’anno prossimo a San Remo voglio David Gilmour in duetto con…non saprei!
    Ciao.

Arichivio