L’orecchio ben temperato
L’orecchio sente temperato ma il cervello ascolta naturale.
Esiste uno strano fenomeno per cui un musicista sente in maniera diversa una stessa nota a seconda del contesto musicale in cui è inserita, da ciò ne consegue che anche suonando lo stesso intervallo al pianoforte lo possiamo sentire in maniera diversa.
Specifico “pianoforte” in quanto se facessimo suonare gli intervalli agli archi non potremmo fare
nulla per contrastare una eventuale tendenza a “naturalizzare” gli intervalli.
Immaginiamo di suonare una serie di cadenze in tonalità di Si bemolle maggiore.
Poi suoniamo questa frase tratta dalla sonata in Si bemolle maggiore KWV 570 di W.A.Mozart.
A battuta 16 sentiremo una dissonanza, o meglio 2 dissonanze:
- Il Do diesis è dissonante rispetto al Si bemolle in quanto intervallo di seconda eccedente.
- Il Do diesis è dissonante rispetto al Fa in quanto intervallo di quinta eccedente.
Ora suoniamo qualche cadenza in Si bemolle minore e aggiungiamoci in coda le battute 15 e 16 della sonata di Mozart.
In questo caso percepiamo la battuta 6 dell’esempio perfettamente consonante:
- Re bemolle consonante rispetto al Si bemolle in quanto intervallo di terza minore.
- Re bemolle consonante rispetto al Fa in quanto sesta minore.
Ne deduciamo quindi che la stessa nota assume diversi significati (Do diesis o Re bemolle) a seconda del contesto, noi quindi la percepiamo collegandola a quanto ascoltato in precedenza, l’orecchio non sente 2 note enarmonicamente equivalenti ma sente 2 note diverse.
Facciamo un altro esempio che coinvolge più note:
Suoniamo un po’ di volte le due battute ritornellate, grazie alla risoluzione sull’accordo di sol maggiore sentiamo correttamente i due intervalli dissonanti come una 5′ eccedente (Re – La diesis) e una 6′ eccedente (Do – La diesis).
Ma questi due intervalli hanno anche un significato completamente diverso in contesti diversi:
- L’intervallo dissonante Re – La diesis (5′ eccedente) diventa Re – Si bemolle (6′ minore)
- L’intervallo dissonante Do – La diesis (6′ eccedente) diventa una altro intervallo dissonante
Do – Si bemolle (7′ Minore)
La conclusione di queste riflessioni potrebbe essere che il nostro orecchio percepisce le approssimazioni dovute al sistema temperato,
quando sente una determinata frequenza – nota le dà un nome a seconda del contesto.
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Tags: dissonanze, orecchio
16 Gennaio 2010 alle 22:19
Wow! Incomprensibile per la mia ignoranza, ma indubbiamente affascinante. E comunque ‘a pelle’ percepisco anche io delle diversità.
Mi vengono in mente certe illusioni ottiche in cui si percepisce diversa la stessa cosa.
Aggiungo anche un:”Sito stupendo” lo linkerò presto.
Ciao!
Ste!